Il tema della candeggina fatta in casa è diventato sempre più discusso, soprattutto tra coloro che sono alla ricerca di alternative “naturali” o più economiche ai prodotti commerciali. Tuttavia, dietro la preparazione domestica di questa sostanza si nascondono rischi chimici, sanitari e di inefficacia non sempre noti ai consumatori. Comprendere i motivi per cui la candeggina autoprodotta è pericolosa e inefficace è essenziale per salvaguardare la salute e ottenere una reale capacità igienizzante.
Composizione chimica e principi attivi reali
La candeggina tradizionale è una soluzione acquosa di ipoclorito di sodio, noto anche come varechina, che possiede notevoli proprietà ossidanti e disinfettanti. In commercio, questa soluzione è già calibrata per assicurare sia efficacia che sicurezza d’uso ed è sottoposta a rigorosi controlli. Riprodurla a casa, senza le dovute conoscenze, porta a una composizione finale che spesso si discosta dal prodotto originario e ne riduce profondamente l’efficacia.
Alcune ricette diffuse online propongono combinazioni di acqua ossigenata a basse concentrazioni (3% tipica per uso sulle ferite), succo di limone, bicarbonato di sodio e oli essenziali. Questi ingredienti, singolarmente o miscelati, non raggiungono il livello di igienizzazione fornito dall’ipoclorito di sodio. L’acqua ossigenata deve essere presente almeno al 7% (26 volumi) per esercitare un’azione igienizzante, percentuale irraggiungibile nelle “ricette” domestiche che circolano in rete. Inoltre, diluire l’acqua ossigenata con ingredienti organici o con ulteriori sostanze non ne potenzia l’effetto, ma spesso lo neutralizza o scatena reazioni imprevedibili.
In alcuni casi si consiglia l’uso di acido citrico per stabilizzare le miscele, ma sostituire questo componente con il succo di limone (come suggerito impropriamente da molti tutorial) si rivela inutile dal punto di vista chimico. Solo l’acido citrico puro svolge parzialmente questa funzione, purché misurato secondo precise proporzioni e non in combinazioni arbitrarie.
I rischi chimici: reazioni pericolose e sostanze tossiche
Oltre all’inefficacia delle ricette casalinghe, gli errori di miscelazione possono dare origine a reazioni estremamente pericolose. La combinazione di candeggina (ipoclorito di sodio) con ammoniaca o acido muriatico (acido cloridrico) porta alla liberazione di cloro gassoso o clorammine, composti altamente irritanti e tossici per le vie respiratorie. Anche la sola diluizione della candeggina in acqua molto calda può sprigionare vapori di cloro, pericolosi se inalati.
Manipolare prodotti chimici senza una conoscenza approfondita delle loro reazioni espone a rischi non solo la persona che li prepara, ma anche chi condivide l’ambiente domestico, specialmente bambini e animali domestici. Per esempio, una miscela improvvisata di acqua ossigenata e bicarbonato di sodio non solo è inefficace, ma può dare origine a reazioni effervescenti imprevedibili e potenzialmente dannose.
Un altro problema diffuso è l’utilizzo di contenitori non idonei o trasparenti: molti principi attivi ossidanti, come l’acqua ossigenata concentrata, si degradano rapidamente se esposti alla luce o al calore, riducendo in modo drastico l’efficacia della soluzione ottenuta.
Sicurezza ed efficacia nella disinfezione domestica
La candeggina commerciale è regolata dalla legge e, per essere considerata disinfettante in Italia, deve possedere registrazione presso il Ministero della Salute nonché una composizione standardizzata. Al contrario, un preparato domestico non offre alcuna garanzia di efficacia: le dosi sono spesso arbitrarie e i principi attivi largamente diluiti o inattivati.
L’acqua ossigenata venduta in farmacia per uso medico (3%) ha capacità igienizzanti minime e serve esclusivamente per disinfettare piccole ferite, non per sanificare ambienti o superfici. La quantità di prodotto attivo nelle soluzioni domestiche è così bassa che non si ha alcun effetto davvero antibatterico o virucida, come invece garantito dalla concentrazione dell’ipoclorito di sodio nelle soluzioni commerciali.
Se si desidera comunque adottare una soluzione “fai-da-te” con acqua ossigenata come base, è fondamentale utilizzare acqua ossigenata ad almeno 34 volumi, acqua distillata per evitare decadimenti rapidi e acido citrico per mantenerne la stabilità. Nonostante ciò, rimane un prodotto instabile, da manipolare con estrema cautela, utilizzando sempre guanti, occhiali protettivi e lavorando in ambienti ben ventilati. Le soluzioni così realizzate vanno inoltre conservate al riparo dalla luce, preferibilmente in contenitori scuri o opachi per rallentare la degradazione. Tuttavia, si consiglia di attenersi a prodotti disponibili in commercio, dove le concentrazioni sono controllate e garantite.
Motivi per cui la candeggina fai-da-te non funziona
1. Concentrazione dei principi attivi troppo bassa
Molte ricette utilizzano concentrazioni di acqua ossigenata o altri ossidanti insufficienti per ottenere un reale potere disinfettante. Solo soluzioni a volumi elevati (oltre il 7% di perossido) offrono un’efficacia simile alla candeggina commerciale.
2. Instabilità chimica
Il fai-da-te non consente il corretto controllo del pH, né la stabilizzazione delle soluzioni ottenute. L’assenza di stabilizzanti o l’utilizzo di ingredienti inadeguati causa un rapido decadimento dei principi attivi, rendendo il prodotto inutile già dopo poche ore.
3. Reazioni indesiderate
L’aggiunta di succo di limone, oli essenziali, bicarbonato o altre sostanze può portare a reazioni chimiche dannose o semplicemente ridurre a zero la reattività della soluzione, poiché molte sostanze organiche neutralizzano l’azione ossidante della base.
4. Sicurezza assente
La mancanza di dispositivi di protezione, proporzioni precise e conoscenze di base di chimica rappresentano un rischio per la salute. La candeggina professionale viene prodotta e confezionata secondo norme di sicurezza stringenti, mentre i composti domestici improvvisati possono essere dannosi e pericolosi da maneggiare.
5. Nessuna approvazione come presidio medico
I prodotti domestici non sono registrati né testati come presidi medici o disinfettanti, perciò la loro efficacia non è garantita e il loro impiego non è riconosciuto legalmente per la sanificazione degli ambienti.
Conclusioni sulla pericolosità e sull’inutilità della candeggina domestica
Cercare alternative naturali è lodevole, ma la chimica delle soluzioni igienizzanti richiede conoscenze approfondite per evitare rischi per la salute e ottenere risultati concreti. L’ipoclorito di sodio, nelle giuste dosi e manipolato correttamente, rimane insostituibile per la disinfezione domestica. L’autoproduzione di candeggina con semplici ingredienti da cucina non garantisce sicurezza né efficacia: le soluzioni sono troppo deboli e instabili per distruggere germi, virus e batteri. Inoltre, rischi come irritazioni cutanee, danni respiratori e reazioni tossiche sono sempre in agguato.
In definitiva, la via più sicura e valida rimane quella di acquistare prodotti specifici, legalmente riconosciuti e controllati. L’utilizzo improprio di miscele domestiche può sortire l’effetto opposto: nessuna protezione reale e gravi rischi per tutta la famiglia. Prestare attenzione ai falsi miti “green” e affidarsi sempre alle giuste conoscenze scientifiche è la migliore garanzia di pulizia e salute all’interno della propria casa.
Per chi desidera approfondire la natura chimica dell’ipoclorito di sodio e comprendere la differenza tra semplici igienizzanti e veri disinfettanti, si raccomanda la lettura delle fonti scientifiche e degli articoli dedicati sull’ipoclorito di sodio.